Lali Panchulidze, la pace è possibile solo nel rispetto delle reciproche differenti storie e identità. L'intervista
Lali Panchulidze, presidente dell’Associazione ACIGEA, giovane
donna esponente della millenaria dinasta reale Bagrationi della Georgia.
«La nobiltà della mia famiglia è essenzialmente fedeltà alla terra ed
alla religione dei nostri padri, alla patria Caucaso, alla Ortodossia
cristiana, ed alla nostra millenaria dinasta reale Bagrationi». Intervista di Andrea Giostra.
Ciao
Lali, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Come ti vuoi presentare ai
nostri lettori che non ti conoscono ancora?
Semplicemente Lali Panchulidze, orgogliosa
donna georgiana, amante della cultura e della moda, quindi dell'Italia.
Chi è per
gli italiani Lali Panchulidze?
Non
saprei... Bisognerebbe chiederlo a loro... Certo sono tutti affascinati dalla
meravigliosa e misteriosa terra che rappresento.
Chi è,
invece, Lali Panchulidze nella sua attività di Presidente dell’Associazione
internazionale ACIGEA? Di cosa si occupa questa importante associazione e quali
sono i suoi fini statutari e sociali?
ACIGEA si occupa di cultura, di organizzazione di viaggi
turistici in Georgia, della promozione del vino georgiano, di
organizzazione di spettacoli tradizionali (danze e musiche). Siamo anche punto
di riferimento per la comunità religiosa ortodossa e per i giovani studenti e
laureati georgiani in Italia, e per questo devo ringraziare Maya Bubashvili
ed Erekle Shildeli.
Quali
sono le attività che ha già realizzato in Italia?
In questi
anni abbiamo promosso diverse iniziative: spettacoli, mostre d'arte, conferenze,
presentazioni di libri, incontri enogastronomici.
Quali
invece quelle in programma e in progettazione per i prossimi mesi?
Abbiamo un pacchetto viaggio in Georgia, eventi
culturali e religiosi sono previsti in Piemonte, a Genova e a Bari.
Poi stiamo sviluppando una collaborazione internazionale con il Parlamento
Europeo, sia per tutelare ed integrare gli immigrati georgiani, che per
sostenere l'entrata della nostra patria Georgia nella Unione Europea.
Come
nasce la tua passione per l’Italia, per le sue tradizioni e per la sua
antichissima cultura?
La mia
famiglia ha sempre avuto una forte cultura identitaria e cosmopolita. Siamo
profondamenti legati alle nostre specificità ma ammiriamo le meraviglie del
mondo. Io ho assorbito questi concetti poi ho approfondito a scuola e
all'università, infine i viaggi.
Il questi
ultimi anni la comunità internazionale sta vivendo grandissimi cambiamenti
sociali e culturali, e sembra che la pace tra i popoli di diversa estrazione
culturale e politica possa essere messa in discussione, se non compromessa.
Cosa si può fare secondo te per migliorare in futuro questa situazione? E cosa
fa la tua Associazione che di fatto tra i suoi scopi sociali ha proprio la
Pace?
Noi
sosteniamo che la pace è possibile solo nel rispetto delle reciproche
differenti storie e identità, e non con la imposizione di una sull'altra e
nemmeno sull'appiattimento di tutti fatta dal liberalismo capitalista
mondialista che vuole eliminare ogni differenza culturale, religiosa, etnica e
persino sessuale, per trasformarci tutti in grigi autonomi consumatori. Noi
vogliamo tutelare tutte le differenze e che queste possano civilmente convivere
in pace ed armonia.
Tu Lali
fai parte di una delle più antiche e nobili famiglie della Georgia. Quali sono
i vantaggi e gli svantaggi, i punti di forza e di debolezza se vogliamo, che
hai riscontrato lavorando e vivendo buona parte del tuo tempo nel mondo
occidentale, e in Italia in particolare, quale portatrice di questa tua
fortissima identità culturale e famigliare?
Quali
sono state le tue più belle esperienze professionali in Italia, e perché
proprio quelle? Cosa ha significato per te essere una nobile donna libera delle
sue scelte?
Io la mia libertà me la sono sempre guadagnata
lavorando, fin da ragazzina, anche facendo lavoretti semplici ed umili, ma
sempre onesti ed eseguiti con dedizione. Ho studiato, mi sono laureata, ho
viaggiato molto, mi sono occupata di moda e di lusso. Mi piace fare quello che
faccio ora, ovvero occuparmi di relazioni pubbliche, istituzionali e
promozionali, guardando alla sempre maggiore internazionalizzazione delle
imprese ma anche dei professionisti, ed a tutti i relativi risvolti legali.
Sono grata all'avvocato Renato Maturo che, in tal senso, mi ha dato
l'opportunità di collaborare con il suo importante studio legale.
Io, Lali,
sono di Palermo. Saprai benissimo che la Sicilia è sempre stata, e lo è
tutt’oggi, un’isola importantissima nello scacchiere del Mediterraneo, sia dal
punto di vista culturale e artistico che politico. Non ha caso, negli ultimi
due mila e cinquecento anni ha avuto oltre sedici dominazioni. Una delle più
importanti fu quella normanna che portò il Regno di Sicilia ad essere uno degli
Stati più potenti e ricchi dell’Occidente, in particolare durante il regno di
Federico II di Svevia che si caratterizzò principalmente per le grandissime
innovazioni artistiche, culturali, ma anche politiche e legislative, tutte
finalizzate ad unificare i popoli e le terre diverse tra loro, e a favorire la
pace. Dal tuo punti di vista e dalla tua storia, personale e familiare, cosa
pensi di tutto questo? Come è vista la Sicilia oggi dalla Georgia e dai paesi
euroasiatici che si affacciano con grande interesse sull’Occidente e sul
Mediterraneo in particolare? Cosa si può recuperare oggi, dal tuo punto di
vista, dalla storia e dalle vicende socio-politiche di Federico II di Svevia?
Conosco la Sicilia che è un po' come la Georgia
del Mediterraneo, terra ricca di storia e di natura, contesa fra vari
popoli, luogo di scontro, confronto e sintesi. E la
sicilianità è una identità specifica, ricca, forte, orgogliosa, scenica,
generosa e persino orientaleggiante come quella georgiana. Federico di
Svevia, imperatore siculo germanico affascinato dall'Oriente, è un faro di
civiltà, intelligenza e giusto livello di tolleranza.
Charles Bukowski,
grandissimo poeta e scrittore del Novecento, artista tanto geniale quanto
dissacratore, in una bella intervista del 1967 disse… «A cosa serve l’Arte
se non ad aiutare gli uomini a vivere?» (Intervista a Michael Perkins,
Charles Bukowski: the Angry Poet, “In New York”, New York, vol 1, n. 17, 1967,
pp. 15-18). Tu sei anche una donna di grande cultura e una grande appassionata
di arte in tutte le sue declinazioni. Cosa ne pensi delle parole di Bukowski?
Secondo te a cosa serve l’Arte nelle sue varie forme, nella scrittura, nelle
arti visive, nella danza, nella musica, nella scultura, nel cinema?
Premetto che Bukowski non rientra nei miei
riferimenti classici letterari, tantomeno filosofici, ma devo ammettere la
provocatoria grandezza di questo "artista maledetto" che, in
realtà, spesso si richiama alla tradizione contro il conformismo borghese
americano. Concordo certamente sulla cultura e sull'arte come massima forma di
ricerca del bello, del superiore, del senso della vita, argomenti che uniscono
l'umanità intera. Certo ci sarebbe molto da discutere sulla spontaneità e
qualità del mercato globale dell'arte contemporanea, in mano ad una ristretta
lobby di critici USA che determinano il successo di uno o l'altro
artista, solo in funzione degli interessi economici personali. Sinceramente,
nei soliti circuiti, vedo in giro tanta spazzatura venduta a peso d'oro ad
arricchiti, ignoranti e senza gusto, che, per moda e vezzo, fanno la fortuna di
tanti mercanti senza scrupoli. In giro, per fortuna, ci sono anche tanti veri talenti
artistici, soprattutto giovani ed identitari, che andrebbero invece sostenuti e
valorizzati.
Quali
sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti in Italia? A cosa
stai lavorando e dove potranno seguirti i nostri lettori?
Fra i vari progetti, sicuramente quello artistico
internazionale di Eurasiart è il più affascinante: una riscoperta delle
diverse identità tradizionali e locali, reinterpretate in chiave contemporanea
e futurista, confrontate fra loro, creando armoniose nuove sintesi e sinergie,
nuova arte che crea nuova musica, danza e filosofia di vita...
Lali
Panchelidze
Andrea
Giostra