Associazione Culturale Internazionale Euroasiatica Ecumenica Cristiana, legalmente costituita e ufficialmente riconosciuta dallo Stato Italiano (Ministero degli Interni e delle Finanze), dalla Comunità Europea e dalla Regione Lombardia. Contatti, informazioni e adesioni: acigea@gmail.com
mercoledì 30 maggio 2018
domenica 27 maggio 2018
ACIGEA: cultura, arte, moda, PR a Milano
Continuano le iniziative culturali della nostra associazione ACIGEA (associazione culturale, ecumenica cristiana, Italia-Georgia-Eurasia) a Milano ed in Lombardia. Grande successo ha avuto la serata tradizionale georgiana (con cena e vino tipico, inno nazonale, e presentazione dei libri di Francesco Trecci), organizzata insieme al presitgioso LIONS CLUB Milano Brera, alla quale hanno partecipato un centinaio di invitati, fra questi diversi imprenditori e professionisti, noti artisti e giornalisti, esponenti della istituzioni locali e rappresentanti di altre importanti associazioni. Ben riuscita anche la mostra d'arte alla quale hanno partecipato il Maestro Maurizio Calciolari e la pittrice georgiana Sophie Pirtskhalava, evento che ha visto la partecipazione di operatori del settore della moda milanese. Merito di questi successi è della nostra attivissima presidente Lali Panchulidze, delle due vice presidenti Maya e Tea, e del nostro, sempre disponibile e presente, Avvocato Renato Maturo.
mercoledì 23 maggio 2018
martedì 22 maggio 2018
GEORGIA: VINO e-è TRADIZIONE
Saperavi: il tradizionale vino nero georgiano, da pasto, banchetti e grigliate.
In offerta eccezionale a tutti gli amici di ACIGEA a solo 15,00€ a bottiglia.
Prenotazioni (minimo scatola da 6 bottiglie): acigea@gmail.com
sabato 19 maggio 2018
mercoledì 16 maggio 2018
VINO nero tradizionale di GEORGIA
Così lo scrive Pierre Galet, che tra l’altro classifica quest’uva
come tintorea, per cui forse più adatta a tingere qualche altro vitigno,
che a farsi tingere. C’è però una certezza: è originario di Kakheti
(Georgia), ma lo si coltiva in Moldavia, Crimea, Turkmenistan,
Tagikistan, Azerbaijan, Uzbekistan e poi un po’ qua e in là in quella
che una volta era l’URSS. Poi approfondendo, per pura mania enologica, e non certo per la fama
delle zone sopra elencate, si scopre che di saperavi ce ne è più di
uno: dal martali saperavi, il migliore, fino al clone 359 e intermedi
come gouriisse e kartlisse. Visto che quelle regioni viticole non è che siano quanto di meglio si
possa trovare in una carta dei vini, ci sta che il saperavi (uva e
vino) potesse essere alquanto standard, e forse ha appeal perché
georgiano e non perché raffinatamente georgico. Il meglio del suo sé lo offre con la concentrazione cromatica, forse
perché è tragicamente poco produttivo: circa 25 hl/ha, un ritmo da
carestia. Questo spiega perché lo miscelavano (e miscelano) con uve
bianche, così da schiarirlo nel massiccio colore e diluire qualche nota
erbacea non proprio chic. Ne
hanno parlato in tanti, ne parliamo anche noi, per quella scombinata
maniacalità del voler essere accondiscendenti anche con qualcosa che poi
è meteora, e ci chiediamo: ma faremo bene? Oddio, certo che del male
non farem! Indi ecco a voi il Saperavi: il profumo è un’entrata a gamba tesa nell’erbaceo, un’entrata non
vista dell’arbitro, per cui ha fatto il proprio effetto e stranisce in
un fruttato di frutti a bacca scura, poco distinguibili, poco isolabili,
ma nella loro miscellanea si esteriorizzano odorosamente con buona
eleganza. Danno anche l’idea di macerazione, di pressatura, che sia
anche questo un po’ anforato come vino? Dopo 8 anni ha perso il suo
indirizzo scontrosamente tannico, ammesso e non concesso che lo avesse, e
noi siamo certi che no. Ha gusto con volume liquido denso, ma non così
saporoso. Fortunatamente qualcosa di interiore riesce a non far
sbocciare la gradazione alcolica, ciò lascia spazio vitale all’effetto
avvolgente con timor di stucchevolezza. Non siamo di fronte a qualcosa
di oustanding, a quel qualcosa che… se non lo degusti ti manca un
tassello di esperienza. È un vino che ha ragione di esistere perché il
finale di bocca è insolito: foglie verdi aromatiche, essenze un po’
oleose, un’amaricante prugna affumicata, un qualcosa di carbone. Che
dire? Se vi capita, assaggiatelo, però se le papille s’irrigidiscono,
non datecene la colpa.
Il vino non manca mai sulla tavola georgiana ed
il brindisi durante il banchetto è un rituale con proprie regole che
affonda le radici nella tradizione e cultura georgiane. Appena arrivato a
Tbilisi, l’ospite viene accolto dall’enorme statua di Kartlis Deda
(Madre Georgia) che, dalle colline della capitale, dà il benvenuto agli
amici offrendo loro, con una mano, una coppa di vino mentre,
nell’altra, tiene una spada per combattere i nemici. In
Georgia sono prodotti vini bianchi e rossi. Renato Loss, enologo
trentino arrivato in Georgia una decina di anni fa in qualità di
consulente per alcune aziende vitivinicole georgiane, racconta ad Osservatorio
che “il Paese ha sempre puntato sul vino rosso", ma aggiunge che "i
bianchi potrebbero essere più interessanti, specialmente quelli prodotti
nella zona del Kakheti, dove c’è una sensibile escursione termica tra
notte e giorno che determina gli aromi”. Tra i principali vini bianchi prodotti in Georgia vi sono il tsinandali, ottenuto dalla miscela di uve rkatsiteli e mtsvane; il rkatsiteli, ottenuto dall’omonima uva; il pirosmani, vino semidolce dedicato all’omonimo pittore georgiano; il mtsvani, vino secco fatto con l’omonima uva. Tra i rossi, i più comuni sono il saperavi, vino dal gusto armonioso e piacevole durezza; il kindzmarauli, vino semi-dolce ottenuto dalle uve saperavi; il mukuzani, vino secco da uve saperavi coltivate a Mukuzani, in Kakheti; il khvanchkara, vino semi-dolce fatto con uve muszhuretuli e alexandruli coltivate nella regione di Racha-Lechkumi. Secondo molti questo era il vino preferito di Stalin. Per
farsi un’idea del numero di varietà autoctone di vitigni della Georgia
bisogna fare riferimento all’ampelografia – cioè lo studio e la
classificazione delle varietà dei vitigni - della Georgia curata da
Ketskhoveli, Ramishvili e Tabidze e pubblicata nel 1960. La ricerca ha
identificato e catalogato 524 varietà autoctone di uve in Georgia. David
Magradze, esperto dell’Istituto di orticultura, viticultura ed enologia
di Tbilisi spiega ad Osservatorio che esiste un’altra
classificazione stilata durante l’Unione Sovietica dal titolo
“Ampelografia dell’Urss”. Questa pubblicazione “in dieci volumi, stilata
tra il 1946 e il 1970, identifica 414 varietà di vite in Georgia, 200
in Azerbaijan e 90 in Armenia”. Renato Loss conferma ad Osservatorio
che “in entrambi i casi, tali numeri sono un’enormità. Basti
considerare che l’Italia ha una sessantina di varietà autoctone e la
Francia qualcuna in meno”. Solitamente in
ogni regione della Georgia vengono coltivate specifiche varietà di uve e
spesso i vini prodotti acquisiscono il loro nome a seconda del luogo
dove le uve vengono coltivate. Ad esempio il vino bianco tsinandali prende il nome dall’omonima località nella regione del Kakheti e così per i vini kindzmarauli, mukhuzani, manavi, ecc. “Secondo
il censimento del 2004”, racconta Magradze, “le aree di maggior
coltivazione della vite in Georgia sono le regioni di Kakheti (con il
52% dei vigneti), Imereti (22%), Kartli (11%), Racha-Lechkumi (4-5%),
Guria, Samegrelo e Adjara (2-3%)”.
Una lista
di varietà di uve raccomandate per la coltivazione nelle specifiche
regioni in Georgia – frutto di uno studio di ricercatori ed enologi – fu
inclusa nel 1998 come appendice alla legge georgiana per il vino e
l’uva. Tale lista – che fu rimossa nel 2003 – raccomanda la coltivazione
di 48 varietà di uve, tra queste 34 per fare vino e il resto per uva da
tavolo. Tra le varietà raccomandate per la vinificazione, sei sono
francesi mentre le altre sono autoctone.
martedì 15 maggio 2018
Serata georgiana a Milano
Importante serata dedicata alla storia ed alle tradizioni della Georgia,
a Milano, organizzata dalla nostra associazione ACIGEA (di cui è presidente Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri) e dal prestigioso Lions
Club Brera. Naturalmente, si parlerà anche di viaggi turistici e vino...
sabato 12 maggio 2018
ACIGEA: cultura, antiche tradizioni e nuove sinergie...
L’Associazione Culturale Internazionale
Ecumenica Cristiana “Italia – Georgia – Eurasia”, ACIGEA, nasce nel 2015, su
iniziativa di un gruppo di patrioti ortodossi georgiani, residenti in Italia, a
sostegno della diffusione delle tradizioni caucasiche, del dialogo
interreligioso con i cattolici, del consolidamento delle relazioni politiche,
economiche, turistiche e commerciali fra le diverse nazioni dell’Eurasia.
La Georgia è una piccola-grande nazione, una
civiltà plurimillenaria, confine e sintesi fra oriente e occidente. ACIGEA
promuove la conoscenza della Georgia, dell’Armenia, del Caucaso, della Russia,
della Tradizione cristiana ortodossa e orientale, e della storia della Famiglia
Reale Bagrationi, attraverso la organizzazione di conferenze culturali,
spettacoli folkloristici, eventi enogastronomici e viaggi turistici.
ACIGEA, inoltre, in collaborazione con lo
Studio Legale Maturo di Milano, offre la propria consulenza professionale,
nelle relazioni pubbliche ed istituzionali, agli imprenditori ed investitori che
vogliono operare in Georgia e nel Caucaso, approfittando delle tante
agevolazioni fiscali e amministrative, oltre che delle diverse opportunità di
sviluppo economico in questa strategica area geopolitica.
Associazione Culturale Italia Georgia
Eurasia
Segreteria Generale: Dott. Nikoloz
Vardanisdzev
ACIGEA – c/o Studio Legale Maturo
Viale Bianca Maria 3, 20122 Milano (V
Giornate)
acigea.blogspot.it - facebook.com/associazioneitaliageorgia
giovedì 10 maggio 2018
Georgia: "Il paese che Dio voleva per sè"...
In Italia purtroppo non molti conoscono le storie e le vicende del
popolo georgiano. Lo scopo dell'autore è quello di fare un viaggio nel
tempo e nello spazio per portare alla luce i tesori e le bellezze di
questa terra e farli conoscere al pubblico italiano. La Georgia è una
nazione antichissima, ha una propria lingua e un alfabeto millenario.
Montagne altissime e spettacolari la proteggono dal freddo del nord,
dandole un clima dolce e gradevole. Paesaggi bucolici, spiagge ridenti,
vigneti e villaggi rurali si alternano a città d'arte e monasteri dove
si respira una spiritualità profonda. Un piccolo paradiso dove troverete
una popolazione gentile che accoglie l'ospite come un dono di Dio.
La Georgia (in georgiano Sakartvelo) è un paese situato a cavallo tra
Europa ed Asia, delimitato a nord dalla catena del grande Caucaso, ad
ovest dal mar Nero, ad oriente dall'Azerbaigian e a sud dai monti del
piccolo Caucaso. Gli alti rilievi del Settentrione la riparano dal clima
freddo delle steppe, ma un'ulteriore serie di alture, il Lixi, divide
verticalmente il paese in due parti: una Georgia occidentale,
lussureggiante e fertile, che riceve tutto il mite influsso
mediterraneo, e una parte orientale che risente della depressione
caspica, dove il clima si fa più secco e la vegetazione più rada. Questa
divisione climatica e paesaggistica mette in evidenza i contrasti
affascinanti di un paese nel quale in pochi chilometri è possibile
passare dai ghiacciai perenni alle calde spiagge del mar Nero.