domenica 27 maggio 2018

ACIGEA: cultura, arte, moda, PR a Milano


Continuano le iniziative culturali della nostra associazione ACIGEA (associazione culturale, ecumenica cristiana, Italia-Georgia-Eurasia) a Milano ed in Lombardia. Grande successo ha avuto la serata tradizionale georgiana (con cena e vino tipico, inno nazonale, e presentazione dei libri di Francesco Trecci), organizzata insieme al presitgioso LIONS CLUB Milano Brera, alla quale hanno partecipato un centinaio di invitati, fra questi diversi imprenditori e professionisti, noti artisti e giornalisti, esponenti della istituzioni locali e rappresentanti di altre importanti associazioni. Ben riuscita anche la mostra d'arte alla quale hanno partecipato il Maestro Maurizio Calciolari e la pittrice georgiana Sophie Pirtskhalava, evento che ha visto la partecipazione di operatori del settore della moda milanese. Merito di questi successi è della nostra attivissima presidente Lali Panchulidze, delle due vice presidenti Maya e Tea, e del nostro, sempre disponibile e presente, Avvocato Renato Maturo.











mercoledì 16 maggio 2018

VINO nero tradizionale di GEORGIA



Così lo scrive Pierre Galet, che tra l’altro classifica quest’uva come tintorea, per cui forse più adatta a tingere qualche altro vitigno, che a farsi tingere. C’è però una certezza: è originario di Kakheti (Georgia), ma lo si coltiva in Moldavia, Crimea, Turkmenistan, Tagikistan, Azerbaijan, Uzbekistan e poi un po’ qua e in là in quella che una volta era l’URSS. Poi approfondendo, per pura mania enologica, e non certo per la fama delle zone sopra elencate, si scopre che di saperavi  ce ne è più di uno: dal martali saperavi, il migliore, fino al clone 359 e intermedi come gouriisse e kartlisse. Visto che quelle regioni viticole non è che siano quanto di meglio si possa trovare in una carta dei vini, ci sta che il saperavi (uva e vino) potesse essere alquanto standard, e forse ha appeal perché georgiano e non perché raffinatamente georgico. Il meglio del suo sé lo offre con la concentrazione cromatica, forse perché è tragicamente poco produttivo: circa 25 hl/ha, un ritmo da carestia. Questo spiega perché lo miscelavano (e miscelano) con uve bianche, così da schiarirlo nel massiccio colore e diluire qualche nota erbacea non proprio chic. Ne hanno parlato in tanti, ne parliamo anche noi, per quella scombinata maniacalità del voler essere accondiscendenti anche con qualcosa che poi è meteora, e ci chiediamo: ma faremo bene? Oddio, certo che del male non farem! Indi ecco a voi il Saperavi: il profumo è un’entrata a gamba tesa nell’erbaceo, un’entrata non vista dell’arbitro, per cui ha fatto il proprio effetto e stranisce in un fruttato di frutti a bacca scura, poco distinguibili, poco isolabili, ma nella loro miscellanea si esteriorizzano odorosamente con buona eleganza. Danno anche l’idea di macerazione, di pressatura, che sia anche questo un po’ anforato come vino? Dopo 8 anni ha perso il suo indirizzo scontrosamente tannico, ammesso e non concesso che lo avesse, e noi siamo certi che no. Ha gusto con volume liquido denso, ma non così saporoso. Fortunatamente qualcosa di interiore riesce a non far sbocciare la gradazione alcolica, ciò lascia spazio vitale all’effetto avvolgente con timor di stucchevolezza. Non siamo di fronte a qualcosa di oustanding, a quel qualcosa che… se non lo degusti ti manca un tassello di esperienza. È un vino che ha ragione di esistere perché il finale di bocca è insolito: foglie verdi aromatiche, essenze un po’ oleose, un’amaricante prugna affumicata, un qualcosa di carbone. Che dire? Se vi capita, assaggiatelo, però se le papille s’irrigidiscono, non datecene la colpa.


Il vino non manca mai sulla tavola georgiana ed il brindisi durante il banchetto è un rituale con proprie regole che affonda le radici nella tradizione e cultura georgiane. Appena arrivato a Tbilisi, l’ospite viene accolto dall’enorme statua di Kartlis Deda (Madre Georgia) che, dalle colline della capitale, dà il benvenuto agli amici offrendo loro, con una mano, una coppa di vino mentre, nell’altra, tiene una spada per combattere i nemici. In Georgia sono prodotti vini bianchi e rossi. Renato Loss, enologo trentino arrivato in Georgia una decina di anni fa in qualità di consulente per alcune aziende vitivinicole georgiane, racconta ad Osservatorio che “il Paese ha sempre puntato sul vino rosso", ma aggiunge che "i bianchi potrebbero essere più interessanti, specialmente quelli prodotti nella zona del Kakheti, dove c’è una sensibile escursione termica tra notte e giorno che determina gli aromi”. Tra i principali vini bianchi prodotti in Georgia vi sono il tsinandali, ottenuto dalla miscela di uve rkatsiteli e mtsvane; il rkatsiteli, ottenuto dall’omonima uva; il pirosmani, vino semidolce dedicato all’omonimo pittore georgiano; il mtsvani, vino secco fatto con l’omonima uva. Tra i rossi, i più comuni sono il saperavi, vino dal gusto armonioso e piacevole durezza; il kindzmarauli, vino semi-dolce ottenuto dalle uve saperavi; il mukuzani, vino secco da uve saperavi coltivate a Mukuzani, in Kakheti; il khvanchkara, vino semi-dolce fatto con uve muszhuretuli e alexandruli coltivate nella regione di Racha-Lechkumi. Secondo molti questo era il vino preferito di Stalin. Per farsi un’idea del numero di varietà autoctone di vitigni della Georgia bisogna fare riferimento all’ampelografia – cioè lo studio e la classificazione delle varietà dei vitigni - della Georgia curata da Ketskhoveli, Ramishvili e Tabidze e pubblicata nel 1960. La ricerca ha identificato e catalogato 524 varietà autoctone di uve in Georgia. David Magradze, esperto dell’Istituto di orticultura, viticultura ed enologia di Tbilisi spiega ad Osservatorio che esiste un’altra classificazione stilata durante l’Unione Sovietica dal titolo “Ampelografia dell’Urss”. Questa pubblicazione “in dieci volumi, stilata tra il 1946 e il 1970, identifica 414 varietà di vite in Georgia, 200 in Azerbaijan e 90 in Armenia”. Renato Loss conferma ad Osservatorio che “in entrambi i casi, tali numeri sono un’enormità. Basti considerare che l’Italia ha una sessantina di varietà autoctone e la Francia qualcuna in meno”. Solitamente in ogni regione della Georgia vengono coltivate specifiche varietà di uve e spesso i vini prodotti acquisiscono il loro nome a seconda del luogo dove le uve vengono coltivate. Ad esempio il vino bianco tsinandali prende il nome dall’omonima località nella regione del Kakheti e così per i vini kindzmarauli, mukhuzani, manavi, ecc. “Secondo il censimento del 2004”, racconta Magradze, “le aree di maggior coltivazione della vite in Georgia sono le regioni di Kakheti (con il 52% dei vigneti), Imereti (22%), Kartli (11%), Racha-Lechkumi (4-5%), Guria, Samegrelo e Adjara (2-3%)”.
Una lista di varietà di uve raccomandate per la coltivazione nelle specifiche regioni in Georgia – frutto di uno studio di ricercatori ed enologi – fu inclusa nel 1998 come appendice alla legge georgiana per il vino e l’uva. Tale lista – che fu rimossa nel 2003 – raccomanda la coltivazione di 48 varietà di uve, tra queste 34 per fare vino e il resto per uva da tavolo. Tra le varietà raccomandate per la vinificazione, sei sono francesi mentre le altre sono autoctone.


martedì 15 maggio 2018

Serata georgiana a Milano


Importante serata dedicata alla storia ed alle tradizioni della Georgia, a Milano, organizzata dalla nostra associazione ACIGEA (di cui è presidente Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri) e dal prestigioso Lions Club Brera. Naturalmente, si parlerà anche di viaggi turistici e vino...




sabato 12 maggio 2018

ACIGEA: cultura, antiche tradizioni e nuove sinergie...




L’Associazione Culturale Internazionale Ecumenica Cristiana “Italia – Georgia – Eurasia”, ACIGEA, nasce nel 2015, su iniziativa di un gruppo di patrioti ortodossi georgiani, residenti in Italia, a sostegno della diffusione delle tradizioni caucasiche, del dialogo interreligioso con i cattolici, del consolidamento delle relazioni politiche, economiche, turistiche e commerciali fra le diverse nazioni dell’Eurasia.

La Georgia è una piccola-grande nazione, una civiltà plurimillenaria, confine e sintesi fra oriente e occidente. ACIGEA promuove la conoscenza della Georgia, dell’Armenia, del Caucaso, della Russia, della Tradizione cristiana ortodossa e orientale, e della storia della Famiglia Reale Bagrationi, attraverso la organizzazione di conferenze culturali, spettacoli folkloristici, eventi enogastronomici e viaggi turistici.

ACIGEA, inoltre, in collaborazione con lo Studio Legale Maturo di Milano, offre la propria consulenza professionale, nelle relazioni pubbliche ed istituzionali, agli imprenditori ed investitori che vogliono operare in Georgia e nel Caucaso, approfittando delle tante agevolazioni fiscali e amministrative, oltre che delle diverse opportunità di sviluppo economico in questa strategica area geopolitica.

Associazione Culturale Italia Georgia Eurasia

Segreteria Generale: Dott. Nikoloz Vardanisdzev
ACIGEA – c/o Studio Legale Maturo
Viale Bianca Maria 3, 20122 Milano (V Giornate)

acigea.blogspot.it - facebook.com/associazioneitaliageorgia
Informazioni e adesioni: acigea@gmail.com


ACIGEA ITALIA-GEORGIA-EURASIA 2018




giovedì 10 maggio 2018

Georgia: "Il paese che Dio voleva per sè"...


In Italia purtroppo non molti conoscono le storie e le vicende del popolo georgiano. Lo scopo dell'autore è quello di fare un viaggio nel tempo e nello spazio per portare alla luce i tesori e le bellezze di questa terra e farli conoscere al pubblico italiano. La Georgia è una nazione antichissima, ha una propria lingua e un alfabeto millenario. Montagne altissime e spettacolari la proteggono dal freddo del nord, dandole un clima dolce e gradevole. Paesaggi bucolici, spiagge ridenti, vigneti e villaggi rurali si alternano a città d'arte e monasteri dove si respira una spiritualità profonda. Un piccolo paradiso dove troverete una popolazione gentile che accoglie l'ospite come un dono di Dio.
La Georgia (in georgiano Sakartvelo) è un paese situato a cavallo tra Europa ed Asia, delimitato a nord dalla catena del grande Caucaso, ad ovest dal mar Nero, ad oriente dall'Azerbaigian e a sud dai monti del piccolo Caucaso. Gli alti rilievi del Settentrione la riparano dal clima freddo delle steppe, ma un'ulteriore serie di alture, il Lixi, divide verticalmente il paese in due parti: una Georgia occidentale, lussureggiante e fertile, che riceve tutto il mite influsso mediterraneo, e una parte orientale che risente della depressione caspica, dove il clima si fa più secco e la vegetazione più rada. Questa divisione climatica e paesaggistica mette in evidenza i contrasti affascinanti di un paese nel quale in pochi chilometri è possibile passare dai ghiacciai perenni alle calde spiagge del mar Nero.